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Work-life balance: i 5 trend del futuro

Maggio 3, 2023

Il Work-life balance come trend delle aziende del futuro

Oggi all’interno delle aziende si respira un’aria diversa rispetto al passato: il tema del corporate wellbeing e del work-life balance ha assunto un’importanza centrale.

Sono gli stessi dipendenti a chiedere alle imprese di delineare programmi che abbiano come obiettivo quello di lavorare su un concetto di benessere più ampio, basato su una nuova concezione dell’individuo in azienda e di felicità. 

In generale, le persone non sono più disposte a tollerare ambienti lavorativi stressanti, causa di malesseri e malattie croniche che peggiorano la qualità della vita professionale, ma anche personale. 

Il benessere fa parte ormai del welfare aziendale e, oltre a essere un punto focale per le persone, diviene fondamentale per le imprese stesse: implementare programmi volti al benessere dei collaboratori, infatti, genera ritorni economici positivi, grazie alla riduzione del turnover, dell’assenteismo e all’incremento della retention.

Parlare di benessere all’interno dell’organizzazione è diventato quindi prioritario, soprattutto in un contesto come quello attuale in cui è l’individuo stesso a rivendicare i propri bisogni, e in cui le persone sono sempre meno disposte a sacrificare il proprio tempo personale per il lavoro. 

In generale, gli scenari futuri evidenziano che i lavoratori saranno sempre meno disponibili a lavorare secondo condizioni che non rispecchiano i loro valori e le loro necessità.

Quali sono i trend che caratterizzeranno il mondo del lavoro nei prossimi anni, in relazione al tema del work-life balance all’interno e all’esterno dell’azienda?

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5 trend da tenere d’occhio per favorire il work-life balance

 

1. Sentirsi al sicuro

Le persone desiderano sentirsi al sicuro e le aziende avranno il compito di rispondere a quest’esigenza prendendosi cura dei lavoratori, dal punto di vista della:

  1. salute: rendendo le aziende più sicure, attraverso la valorizzazione della diversità,  l’eliminazione di barriere architettoniche e la sensibilità verso le esigenze biologiche e fisiologiche specifiche di ognuno;
  2. sicurezza in termini informatici: le aziende saranno chiamate a mettere in sicurezza i propri sistemi informatici, soprattutto laddove si usufruirà di modalità di lavoro a distanza.

2. Diritto alla disconnessione

Un secondo trend destinato a prendere sempre più piede nel mondo del lavoro, è quello relativo al diritto alla disconnessione. Soprattutto negli ultimi anni, con la pandemia e l’avvento di nuove modalità di lavoro come lo smart working, dipendenti e manager si sono ritrovati intrappolati in un loop di continua comunicazione, che ha reso sempre più difficile la separazione fra lavoro e vita privata

Già nel 2017, in linea con questa tendenza, viene approvata in Francia una legge che tutela la libertà dei lavoratori, permettendo di ignorare le comunicazioni ricevute al di fuori della finestra lavorativa.

Nello specifico, il diritto alla disconnessione fa riferimento alla possibilità di astenersi dallo svolgere mansioni, attività e comunicazioni elettroniche lavorative, come telefonate, mail e alti messaggi, al di fuori dell’orario di lavoro, compresi i periodi di riposo, i giorni festivi ufficiali e annuali, i congedi di maternità, paternità e parentali nonché altri tipi di congedo, senza conseguenze negative.

In Europa, non è ancora stata delineata una normativa unica relativa al diritto alla disconnessione. Tuttavia, in Italia, si inizia a parlare di questa possibilità per la prima volta con la legge 81/2017, la cosiddetta legge sullo smart working. In essa, viene sancito che il tempo libero debba essere definito da contratto, ma non esistono ancora norme generali che fungano da “linea guida” per tutti i lavoratori in smart-working.

3. Qualità vs quantità

Un altro trend di cui si parlerà sempre di più è quello relativo alla settimana corta, che introduce per la prima volta il concetto di “qualità vs quantità”.

Un tema strettamente connesso al diritto alla disconnessione, per cui le ore di lavoro dovrebbero essere ridotte a favore di una maggior produttività e benessere delle risorse.

Si tratta di un’esigenza che si fa sentire sempre di più anche in relazione alla diffusione dello smart working che, in Italia, ha determinato un aumento delle ore di lavoro pari al 25%.

Un caso virtuoso relativo a questa nuova tendenza è quello di Microsoft che, nel 2019, ha testato il modello della settimana corta in Giappone, rilevando una crescita di produttività e di fatturato del 40%. 

In generale, saranno le persone ad allontanarsi sempre di più dall’idea secondo cui la quantità delle ore di lavoro sia direttamente proporzionale alla qualità del lavoro stesso. Questo nuovo modo di pensare, si tradurrà nella tendenza a lavorare per obiettivi, intervallando la propria vita professionale con il proprio tempo libero. 

Nel futuro, i modelli aziendali dovranno quindi permettere alle persone di coltivare la propria vita, i propri hobby e passioni.

4. Imparare ad imparare

In un mondo che cambia e si evolve sempre più velocemente, la nuova skill del futuro sarà quella del “learning to learn”, riferita alla capacità di apprendere lungo tutto l’arco della vita.

Una competenza che sarà sempre più legata alla qualità del lavoro, poiché la durata media delle competenze apprese continuerà ad assottigliarsi: attualmente, si è già accorciata da 10 a 2 anni.

Per questo sarà fondamentale imparare ad imparare, considerando che l’intera carriera professionale di ognuno sarà caratterizzata dalla necessità di studiare per rimanere al passo con il mondo del lavoro e i suoi cambiamenti repentini.

La capacità di formarsi in modo continuativo sarà quindi predittiva della possibilità di intervenire anche in scenari estremamente volatili.

5. Essere felici

L’ultimo trend relativo al work-life balance riguarda la volontà crescente delle persone di essere felici all’interno del proprio contesto lavorativo. Si tratta di una profonda trasformazione nel mercato del lavoro: secondo lo studio “Great Realization”, proposto da Manpower, il 49% dei dipendenti sarebbe disposto a cambiare organizzazione per migliorare la propria condizione di benessere, e 2 su 3 vorrebbero lavorare per aziende aventi gli stessi valori. 

La felicità diviene così un vero e proprio trend nel mondo del lavoro, ed è sempre più correlata alla capacità delle organizzazioni di favorire la salute mentale, fisica e finanziaria delle persone. Il futuro prevede quindi un maggior interesse per il benessere organizzativo, inteso come tendenza da parte delle aziende di promuovere e mantenere il benessere fisico, psicologico e sociale di tutti i lavoratori.

Conclusione

In conclusione, possiamo affermare che il successo delle strategie aziendali sarà definito dalle azioni messe in atto in ambito:

  • sicurezza: per rendere il proprio sistema sicuro, specialmente nel caso di adozione del lavoro ibrido, per la tutela della forza lavoro;
  • benessere: per progettare spazi e processi adeguati a garantire la salute delle risorse, sia dal punto di vista fisico che mentale;
  • equilibrio: per riconoscere il diritto alla disconnessione, migliorando o rivedendo routine, processi, pause e momenti dedicati all’apprendimento;
  • esperienza: per delineare spazi e processi volti a massimizzare l’esperienza delle persone, favorendo la conoscenza condivisa e migliorando la cultura aziendale.

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