La maggior parte delle decisioni del mondo B2B si basano su dati e analisi.
Ma quando al centro dell’attenzione vi è il lato emotivo dei nostri collaboratori cosa succede?
Il Covid-19 e la conseguente crisi pandemica hanno cambiato radicalmente le nostre abitudini spingendoci verso nuove normalità a cui abbiamo dovuto abituarci.
In questa nuova epoca, la figura del manager è sottoposta a forte stress e di conseguenza, lo sono anche tutti i suoi collaboratori.
La ricerca condotta da Harvard Business Review Italia ci fornisce alcune evidenze, tra cui: il 40% di 215 manager intervistati ha scarsa fiducia nelle proprie capacità di coordinare team a distanza, mentre un 38% è d’accordo sul fatto che i lavoratori a distanza abbiano prestazioni peggiori di quelli che lavorano in ufficio.
Questi dati ci portano a concludere che vi sia una diffusa mancanza di fiducia nella gestione del lavoro da remoto, che implica a sua volta la convinzione di una scarsa efficacia nel gestire situazioni difficili.
Si crea così un circolo vizioso e l’irragionevole aspettativa che le persone debbano essere sempre disponibili, finendo per sconvolgere il loro equilibrio vita-lavoro e accentuando lo stress di tutti.
Consigli utili per gestire le risorse da remoto
Alcuni consigli utili per affrontare tali problematiche possono essere:
- Stabilire obiettivi chiari (finali ma anche intermedi) rifacendoti al metodo S.M.A.R.T.
- Instaurare un rapporto con il team basato sulla fiducia.
- Libertà organizzativa (in funzione degli obiettivi), ricordando che saper organizzare le attività è a tutti gli effetti una competenza. Un aiuto in questo senso lo puoi trovare nell’utilizzo della matrice di Eisenhower, ripresa anche da Covey, che permette di comprendere urgenza e importanza dei vari task.
- People first, perché le persone non sono solo necessarie per la riuscita di un progetto, sono indispensabili.
La figura del leader è dunque fondamentale se sa coniugare leadership ed empatia ed è in grado di focalizzarsi sui bisogni e le necessità delle persone.
Questo tipo di attenzione serve per capire i collaboratori e aiutarli a raggiungere gli obiettivi prefissati.
Capire il loro stato emotivo, colmare se necessario eventuali gap derivanti dalla tecnologia di supporto, e quindi eventualmente fornire infrastrutture tecnologiche adatte allo svolgimento dello smart-working.
Nella loro semplicità questi consigli, se interiorizzati, possono determinare la riuscita del lavoro a distanza